La nostra storia

Il primo “Raduno Aerei Pascale” a Carpi

Fondato nel 1964 da un gruppo di giovani amici appassionati di aviazione e guidati dal compianto ex presidente Giacomo Ferrari per quasi quarant’anni, prende il nome di Club Aeronautico Carpigiano. Esso divenne poi “Aeroclub” tre anni dopo, nel 1967.

I soci fondatori furono Giacomo Ferrari, Nedo Prandi, Ottavio Coronati, Bruno Bellesia, Bruno Rettighieri, Franco Bulgarelli, Franco Fanti, Augusto Stantachiara, Nereo Sacchetti, Enzo Martinelli.

Ottavio Coronati, socio fondatore, ha anch’egli contribuito nei decenni al crescere ed al prosperare del sodalizio carpigiano amministrandone maniacalmente le entrate e le uscite per quarant’anni. L’operato di questi amici affiancati negli anni da molti altri che si sono avvicendati nei vari consigli direttivi ha consegnato alle nuove generazioni di piloti l’attuale Aeroclub Carpi, piccola isola felice nello spesso burrascoso mare degli aeroclub italiani.

Il primo velivolo entrato in servizio fu il SIAI Marchetti S205-18F “I-APIO”. Fu poi la volta di un Partenavia P66B “I-IMAG” e di tre Morane-Saulnier MS-880B “I-RAWL”, “I-SUDL” (dopo un certo periodo di impiego, rivenduto all’AeroClub di Grosseto), e “I-NEDO”.

Venne quindi acquistato un MS-892 “I-SUDG” ed un Piper PA-32-300 “I-NORA” utilizzato per il lancio dei paracadutisti, poi venduto all’aeroclub di Reggio Emilia e sostituito col più capiente e potente PA-32-301 “I-OMGA” anch’esso venduto dopo anni di lanci.

La flotta venne completata con l’arrivo di due splendidi Piper PA-28-181 “I-CRCA” (tutt’ora in servizio) e “I-MAGH” e di un Cessna 172 “I-ALJP”.

I-GARC sul piazzale dell’aeroporto in una foto d’archivio.
L’aeroporto come si presentava nel 2000.

I PA-28-181 divennero tre con l’acquisto dell’esemplare “I-TOPA” rivenduto dopo qualche anno per permettere l’acquisto di un Cessna 152 “I-GARC” utilizzato per turismo oltre che dalla scuola di volo dell’Aeroclub Carpi per la formazione di nuovi piloti, rivenduto poi all’aeroclub di Forlì.

Gli anni, i sacrifici e la passione dei soci hanno poi trasformato un prato verde, spesso un po’ fangoso e qualche baracca in una pista in asfalto di 850 metri illuminata contornata da ampi piazzali, capienti hangars in muratura e da una palazzina che ospita oltre ai locali per i soci, la scuola di volo.